Masche, sortilegi e libro del Comando
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In alcune zone del Piemonte, in particolar modo nella zona delle Langhe, nel Cuneese, nel Canavese, nell’Alessandrino e nel Biellese, sino ad arrivare anche in Liguria, per molti secoli si raccontavano storie di personaggi che compivano atti maligni. Il termine piemontese, trae origine dal longobardo ed è comparso per la prima volta, il 22 novembre del 643 d.C. nell’Editto di Rotari. Le Masche, furono associate alle figure delle streghe. Furono, infatti, protagoniste di leggende dalle inquietanti controversie, crudeli e molto spaventose.
Le Masche, dette anche streghe Piemontesi, erano in genere delle donne brutte, vecchie, dai poteri magici, capaci di sortilegi malefici ed inquietanti.
Tra i poteri attribuiti alle Masche secondo i racconti popolari, c’era quello di essere contemporaneamente in due posti diversi e la capacità di trasformarsi in animali, soprattutto in gatti. Da qui nasce il cattivo pensiero contro i gatti, soprattutto quelli neri, si pensava appunto che portassero la malasorte. Un'altra capacità molto particolare è quella di far separare l’anima dal corpo e volare in modo tangibile nello spazio.
"Libro del comando" è il nome con cui venivano indicati i testi di magia nera, contenenti la descrizione dei metodi per conoscere e distinguere gli spiriti benigni e maligni e le formule magiche, per farle avvenire, al fine di ottenerne l'aiuto per mezzo di «risposte e rivelazioni», la cui circolazione veniva combattuta dalle autorità. La menzione dei Libri di comando ricorre in letteratura e assume un valore particolare in alcune tradizioni folcloriche italiane, dove in quei testi, sono rappresentati come attributi di personaggi e figure negromantiche e stregonesche.
Libro di magia popolare
In Piemonte rappresenta un libro scritto dal diavolo in persona, utilizzato della Masca, per evocare spiriti e lanciare malefici di ogni genere. Nelle rappresentazioni folcloriche, si tratta di un libro di generose dimensioni, tramandato di masca in masca, sulla cui prima pagina vi è scritto: «comanda, comanda, comanda» e grazie al testo sarebbe possibile realizzare qualsiasi cosa.
Il libro del comando potrebbe coincidere con il diario "segreto" delle donne dell'epoca, su cui venivano appuntate ricette e rimedi naturali, per sconfiggere malattie o per realizzare rudimentali cosmetici. Il libro della strega, anche nell'immaginario, coincide spesso con la raccolta delle sue formule magiche.
Nella variante piemontese, invece, il libro ha una dubbia provenienza. Tendenzialmente sarebbe stato il diavolo a scriverlo, ma diverse attestazioni indicano espressamente che era possibile "ordinarlo e comprarlo" insieme ad un relativo talismano. Mediatori di questa transazione erano i cosiddetti "settimini", bambini nati prematuri di sette mesi e per questo ritenuti dotati di poteri di veggenza e sensitività, sorte di maghi che tuttora - nella convinzione popolare - seppure anziani e divenuti rarissimi, sono stimati e rispettati su tutto il territorio.
LE STORIE
C’era una volta un signore a Diano che si chiamava Carletto. Era un po’ strano: non aveva mai voglia di lavorare e in sua presenza capitavano sempre inconvenienti nei campi. Ad esempio un giorno si rompevano le forbici e lui ne doveva andare a comprare di nuove, oppure si rompeva l’aratro e lui doveva andare a casa ad aggiustarlo. Trovava così sempre il modo di non lavorare. Un bel giorno il suo padrone, stufo di questi continui inconvenienti, lo licenziò. Fece probabilmente un grande errore, perchè di lì in avanti gli inconvenienti che prima erano occasionali, divennero continui e più gravi.
Proprio il giorno del licenziamento, mentre stavano tornando a casa con il carro trainato dai buoi, successe una cosa incredibile. All'improvviso poco prima del Tunnel i buoi si fermarono e nessuno riusciva a farli muovere. Sembravano di pietra. Qualcuno si accertò che respirassero, talmente erano immobili. Sentendo tutto quel rumore, Carletto scese in strada con il suo bastone che portava sempre con sé perché era zoppo e andò fino accanto ai buoi. Fece per toccarli con il bastone che si accorciò prima di toccarli e i buoi ripartirono immediatamente.
C’era una volta una signora anziana che abitava in un caseggiato a Diano. La donna non lasciava mai il cibo ai figli e alle nuore, così con i pochi soldi guadagnati al lavoro loro si compravano biscotti e tisane, che nascondevano. Alla sera si riunivano, quando la donna era già andata a dormire, e li mangiavano, ma ogni volta, al mattino, la signora anziana sapeva perfettamente a che gusto era la tisana e quanti biscotti aveva mangiato ognuno.
Così decisero di andare a mangiarli in cortile, ma, come ogni volta, la donna sapeva a perfezione che cosa avevano mangiato e bevuto. Una sera, mentre mangiavano, notarono un gatto nero sdraiato sopra il davanzale della finestra. La sera dopo e quella dopo ancora lo rividero e così gli organizzarono uno scherzo: riempirono una bacinella di olio bollente e aspettarono di nascosto che il gatto arrivasse. Appena arrivato gli lanciarono l’olio e lo colpirono sulla parte sinistra. Il giorno dopo la donna non si alzò dal letto cosicché il figlio maggiore andò a controllare. Appena arrivò nella camera della madre la vide tutta bruciata sulla parte sinistra. Solo allora comprese: la madre era una masca.
La donna voleva morire, ma non poteva perché prima, doveva lasciare Il libro del comando in custodia a qualcuno. Purtroppo lei non aveva nessuno che lo volesse prendere ed il Parroco consigliò di disfarsene bruciandolo. Nonostante il fuoco il libro non bruciò. Interpellato nuovamente il Parroco di Diano, tramite la conoscenza di un amico fece venire una masca che ritirò il libro. Subito dopo questo atto, l'anziana signora, riuscì a morire.
C’era una volta una vecchia signora che aveva poche pecore, ma vendeva molto latte e delle tome eccezionali. La signora lasciava che le pecore circolassero da sole e al suo richiamo ritornavano. Un giorno un signore, per festeggiare Pasqua, decise di prenderle un agnello; ma nel cammino l’agnello cominciò a pesare sempre di più, fino a quando non cadde per terra. Quella sera lasciò andare via l’agnello. La mattina seguente, con tre amici, ritornò a cercare l’agnello, riuscirono a trovarlo, lo presero e, nel percorso, diventò di nuovo sempre più pesante. Nonostante fossero in quattro, lo dovettero lasciare andare un’altra volta.
Da questo evento si narra che la vecchia fosse una Masca. Nel 1929 fu costruita la Nuova Latteria SALDA e tutti dicevano che la vecchia avrebbe perso tutti i clienti, ma andò diversamente perchè si dice che le tume della nuova latteria non erano buone come le sue. La latteria dovette chiudere e quindi le tume della Masca continuavano a essere le più buone del circondario.